Un uomo di talento ordinario sarà sempre ordinario, sia che viaggi o meno; ma un uomo di talento superiore andrà in pezzi se rimane per sempre nello stesso posto. (Wolfgang Amadeus Mozart)

 
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Stornarella
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Un po' di storia

Il nome di Stornarella compare per la prima volta nei primi anni del 1600, allorquando i Gesuiti del Romano Collegio della Compagnia di Gesù, presero possesso e si insediarono in questo Feudo, stabilendo una residenza rurale che negli archivi, venne denominata “Residentia Asturnariensis”.
Alla fine del 1767 i Gesuiti, già cacciati dal Portogallo e dalla Spagna, furono espulsi dal Regno di Napoli e i loro beni, tra cui le quattro masserie di Orta, Ordona, Stornara e Stornarella, furono devolute a iniziative laiche per la pubblica istruzione.
Ma nel 1774 si volle tentare un esperimento di colonizzazione agricola con le terre dei Gesuiti di Orta e sorsero i cinque dipartimenti, alle quattro si aggiunse Carapelle, con l’insediamento di 410 coloni provenienti da vari luoghi. A Stornarella ne furono assegnati 73. Nascono i “Cinque Reali Siti”.
L’interesse del Re, Giuseppe Bonaparte per i Cinque Reali Siti, dopo il suo insediamento il 14 febbraio 1806, fece capire che due colonie sarebbero state elevate a rango di Comune. Stornarella divenne autonoma già nel 1808.

 

 

 

Da visitare

 

 

Chiesa dedicata a MARIA SS. DELLA STELLA, una piccola cappella realizzata dai Gesuiti del Collegio romano, risalente al 1600. Dopo la loro cacciata, la chiesa divenne Parrocchia e nel 1774 fu assegnata alla diocesi di Ascoli Satriano. Tra gli anni 1826-1836 furono necessari lavori di ampliamento con l’aggiunta di due navate laterali, terminanti poi con due cappelle dedicate alla Madonna della Stella e a San Francesco di Paola, e la cupola centrale.
Testimonianza di grande rilievo della presenza dei Gesuiti a Stornarella è il quadro su tela collocato nell’abside della chiesa, che rappresenta una riproduzione dell’icona, raffigurante la Madonna con il Bambino, situata nella Cappella Borghese di S. Maria Maggiore in Roma. Esso è opera del pittore Antonio Marotta, ed è datato 1614. Il quadro si presenta arricchito di altre figure. Sopra la Madonna vi è l’Eterno Padre circondato da una schiera di Santi e Angeli. Ai piedi della Vergine figurano i due grandi Santi della Compagnia dei Gesuiti: il fondatore S. Ignazio di Loyola e l’apostolo delle Indie, S. Francesco Saverio.
Poco più sotto altri due Gesuiti che morirono giovani studenti senza arrivare al sacerdozio: Luigi Gonzaga e Stanislao Kosta. Non hanno sul capo l’aureola perché quando l’artista dipinse il quadro, non ancora erano stati canonizzati. Tanti sono gli altari collocati nelle navate laterali: quello di S. Michele fu costruito a spese del popolo nel 1862, la statua scolpita in legno venne portata da Monte Sant’Angelo. Gli altari di S. Antonio, la Madonna del Carmine, e quelli di S. Francesco di Paola e della Madonna della Stella venivano dal 1855, affidati alle cure dei rispettivi devoti.

 

 

 

Folklore, feste e sagre

 

 

23-24-25 Luglio – Festa in onore dei patroni S. Francesco da Paola e SS. Maria della Stella. A proposito di Francesco, leggenda vuole che la statua del santo, giungendo da Paola su un carro trainato da buoi, si bloccasse in aperta campagna. I buoi proprio non ne volevano più sapere di procedere. Allora il vescovo fece voto di recitare i “Tredici Venerdì”, secondo una pratica introdotta dallo stesso Francesco, e il carro finalmente entrò trionfalmente in paese dove i devoti attendevano la statua del patrono.

 

 

 


 
 
 
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